L’economia del Brasile potrebbe beneficiare di un ampliamento della spesa pubblica, ma attenzione alle mosse della Banca Centrale.
E’ quanto sostiene nel suo studio Pierre Olivier Beffy, Chief Economist di Exane BNP Paribas che spiega “In occasione di una conferenza svoltasi a Miami, ho avuto l’occasione di incontrare numerosi investitori dell’America Latina, che si sono rivelati abbastanza ottimisti sull’andamento dell’economia brasiliana il prossimo anno. Per quanto riguarda l’outlook economico, gli ultimi PMI Manufacturing e Services ed altri leading indicators indicano un significativo rallentamento dell’economia brasiliana nel Q3, dopo un Q2 che è stato abbastanza robusto”.
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“Inoltre, l’alto livello di inflazione, la scarsa competitività del costo del lavoro e le inefficienze del sistema bancario portano ad avere un outlook sulle prospettive strutturali del Brasile prudente. Nonostante questo, ritengo che nei prossimi trimestri l’economia brasiliana dovrebbe essere sostenuta da un incremento del la spesa pubblica e dai consumi delle famiglie. Inoltre, quest’ultimi dovrebbero beneficiare di un mercato del lavoro particolarmente dinamico: ad ottobre il tasso di disoccupazione è sceso ancora una volta attestandosi al 5,2% rispetto al 9% di inizio 2009”.
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“Un altro tema che, in occasione della conferenza, mi sono reso conto sia caro agli investitori americani è l’andamento del mercato valutario nel 2014, e soprattutto gli impatti che la combinazione dell’attuale politica economica e monetaria brasiliana avrà sul Real. Nel breve termine, la banca centrale brasiliana continuerà probabilmente a perseguire una politica monetaria restrittiva in maniera abbastanza aggressiva.
Ritengo che nel 2014 si registreranno ulteriori rialzi dato che l’inflazione dovrebbe rest are inferiore al target della banca centrale brasiliana fino al 2015. Questa situazione potrebbe favorire un rafforzamento del Real l’anno prossimo. Un evento che potrebbe sorprendere i mercati che anticipano un rafforzamento del dollaro vs il Real a 2,36 e 2,47 rispettivamente a 6 e 12 mesi”.