Il dollaro continua a salire sul paniere, in particolare su euro e sterline, ferme al palo per i problemi del vecchio continente, tra rallentamento economico e Brexit senza ancora una soluzione. La divisa statunitense invece vive il suo momento si crescita grazie ai dati economici Usa, non esaltanti ma nemmeno stagnanti come quelli europei, ma anche sul ritrovato slancio nei colloqui tra Washington e Pechino. A proposito della Cina, altro vantaggio per il dollaro è la debolezza dell’inflazione cinese, accompagnata da un rallentamento del Pil, che comunque per i cinesi significa una quota superiore ai sei punti percentuali.
Le coppie
Certo, tutto potrebbe tornare in discussione con la frenata delle vendite al dettaglio negli Stati Uniti. Intanto, questa notte, l’indice del dollaro è andato a 96,953, seppur un po’ più basso di ieri, quando è andato ai massimi da dicembre. La diminuzione è attribuita alla dichiarazione di Trump sull’emergenza nazionale per il muro di confine.
La coppia EUR/USD scende dello 0,2% a 1,1278 dollari, avviata verso il minimo storico di 1,1218 di novembre. La mattinata ha praticamente lasciato invariata la quotazione.
Il Parlamento britannico ha bocciato ieri un nuovo piano Brexit, portando la sterlina sotto a 1,28 dollari nella notte, con un leggero recupero a 1,2803 in mattinata. Oggi saranno pubblicati i dati sulle vendite al dettaglio nel Regno Unito, a gennaio, e potrebbero esserci altri scossoni.
Il dollaro scende dello 0,10% sullo yen, a 110,34, mentre sale sul dollaro canadese, quello neozelandese e quello australiano, oltre che sulla lira turca e il rand sudafricano. Ultima annotazione sulla coppia EUR/JPY, ora giù dello 0,26% a 124,43 yen.