Dallo scorso anno ad oggi, sono molte le differenze relative al mercato del Forex. Differenze in termini di trend, quotazioni, comparti. Differenze spesso cercate dai principali stakeholder del mercato.
Sono numerosi i ricordi relativi ai grafici e alle trendline dello scorso anno. Grafici e trendline spesso e volentieri piatti. Come se tutto andasse bene e tutto fosse regolare.
Questa era una delle strategie volute e cercate dalla politica congiunta delle banche centrali.
Uno dei loro obiettivi era quello di evitare che la volatilità prendesse il sopravvento. Ed è possibile dire, che quella che sembrava essere una missione impossibile si è trasformata in una missione compiuta. Eppure ora la volatilità ha preso il sopravvento. Dove? Perché?
Quattro sono i settori analizzati:
A) Petrolio
B) Forex
C) Bonds
D) SP500
Sostengono gli esperti:
Fino al 2014 la volatilità non ha fatto altro che comprimersi. Ed era proprio quello che volevano le banche centrali. Oggi però questa calma relativa sta cambiando sensibilmente pelle. Il Petrolio, come è noto, è schizzato ai massimi della sua volatilità dal 2011, il forex ha già iniziato a dare segni di squilibrio con la forte rivalutazione del Dollaro USA, poi ovviamente la vicenda sul CHF non ha fatto che aumentare la volatilità. Per quanto riguarda il mondo dei Govies USA al momento rimaniamo a livello “sotto controllo” e così anche per l’equity. Sembra che 2 tasselli su quattro stiano “sfuggendo” al controllo delle banche centrali. Il Rischio è che uno degli altri due elementi “salti” dai suoi parametri, per creare sui mercati un movimento certamente non positivo. Quindi, solita domanda, fino a quando si riuscirà a mantenere questo regime di “calma apparente”?