Il recente rally del dollaro americano ha ribaltato la situazione sul mercato dei cambi che fino a poco tempo fa vedevano l’apprezzamento di valute come l’euro e lo yen. Le politiche monetarie delle banche centrali sono come sempre al centro dell’evoluzione del mercato, ma gli operatori stanno cambiando il modo di interpretare il loro atteggiamento.
La situazione potrebbe presto prendere una piega nuovamente inclinata a favore del dollaro made in USA. L’analista di Bank of America Merrill Lynch, Athanasios Vamvakidis, ha previsto che il prossimo grande evento nel Forex sarà una ripresa del dollaro USA, nel momento in cui la Federal Reserve tornerà a mostrare un atteggiamento più convinto e meno cauto.
Le parole di un analista di BoA sono chiare:
Una serie di evidenti fattori suggerisce che la preoccupazione relativa al livello dei prezzi potrebbe condurre alcune banche centrali ad interrompere le loro politiche di allentamento finanziario, in favore di interventi diretti sulla propria valuta.
Le prime aree economiche che potrebbero cedere alle pressioni dell’inflazione e cambiare il loro atteggiamento sono la Norvegia, la Svezia e proprio gli Stati Uniti, con la Federal Reserve pronta a puntare ad un rafforzamento del dollaro, ancora più che in questi ultimi due giorni.
“Gli effetti delle politiche monetarie non sono immediati, raggiungono l’economia reale solitamente dopo almeno un anno. Per molte banche centrali, quindi, è solo una questione di tempo prima che si trovino a dover fare i conti anche loro con le politiche di QE praticate.
Queste considerazioni giungono, non a caso, proprio in un momento nel quale iniziano a crescere le divergenze in confronto ai toni cauti tenuti da Janet Yellen durante lo scorso marzo.
Durante il mese scorso, le dichiarazioni della Yellen avevano suggerito un ridimensionamento delle politiche monetarie previste a dicembre, con il crescere dello scetticismo a riguardo di un imminente aumento dei tassi di interesse. Questo è stato causa di un rally dei mercati azionari e di un forte deprezzamento del dollaro.
Tuttavia, sempre più membri del FOMC stanno tornando a parlare di un timing delrialzo dei tassi di interesse che deve essere riconsiderato, con un cambio nell’atteggiamento del presidente della Fed che potrebbe arrivare prima di quanto si creda.
Il ridimensionamento delle politiche di quantitative easing che la Fed praticò nel 2014 aveva causato un forte periodo di rafforzamento del dollaro, che ha raggiunto i suoi livelli più alti dopo il 2003.
Il dollar index, riferimento di forza assoluta della valuta americana, ha poi perso il 4% da quel momento, vittima dei toni cauti tenuti dalla Yellen negli ultimi mesi.
La situazione del 2014 potrebbe quindi ripetersi.