Continua senza alcun tipo di freno la corsa al ribasso delle quotazioni del petrolio, con il prezzo del greggio in versione WTI ormai prossimo alla soglia del supporto psicologico dei 40 dollari al barile.
41,35$ la quotazione del Crude Oil fatta segnare durante le contrattazioni di venerdì, mentre il Brent prezzava appena sopra i 49$ al barile.
Anche per questa settimana non c’è nulla che possa fare pensare ad un’ inversione di tendenza del marcato movimento ribassista in atto ormai dall’inizio dell’estate. Basti pensare che quella appena conclusa è stata la settima ottava consecutiva al ribasso, con i prezzi del greggio schiacciati sui minimi degli ultimi sei anni. Lecito attendersi una reazione, visto il forte ipervenduto, ma non sarebbe altro che un rimbalzo tecnico. Quindi, eventuali acquisti andrebbero concepiti soltanto in ottica speculativa, e senza grosse pretese.
L’International Energy Agency ( IEA ) nel suo report mensile ha ribadito che l’eccesso di offerta di greggio si protrarrà anche per tutto il 2016, complice la revoca delle sanzioni contro l’ Iran e la chiusura di molte raffinerie. L’operatività per la settimana in corso prevede, quindi, acquisti speculativi sulla fascia di prezzo compresa tra i 40-42$ ( WTI ), con Stop Loss in caso di chiusura giornaliera sotto i 40$ e target sui 43$. Mentre per l’ apertura di posizioni Call più prudenti attendere almeno una chiusura giornaliera oltre i 43,20$, con primo target 44,80$ ed obiettivo più ambizioso verso i 46,60$ al barile.
Il quadro si potrebbe deteriorarsi ulteriormente con la perdita, al close giornaliero, dei 40$, con le quotazioni che potrebbero dirigersi in prima battuta a 38,95 e successivamente spingersi a 38,35$ al barile.