Non vi è dubbio. La crisi dell’economia cinese degli ultimi tempi ha messo in allerta, e non poco, i forex trader di tutto il mondo che sono costretti a rivedere le loro posizioni in materia di acquisto e vendita delle valute.
Si profila un quadro economico piuttosto fosco, in cui è necessario comprendere al meglio come muoversi: quali monete sono passibili di trattativa? Quali è possibile acquistare? Quali valute sarebbe, di conseguenza, meglio evitare?
Il real brasiliano si configura come una delle valute emergenti peggio posizionate in questa fase di crisi, essendo la sua economia molto dipendente da quella cinese e dalle commodity. E’ già sui minimi da fine 2002 contro il dollaro, ma potrebbe approfondire il sell-off di medio-lungo periodo nonostante una perdita intorno al 130% negli ultimi 4 anni.
Il dollaro australiano appare negli ultimi tempi in costante calo ormai da un paio d’anni e nel medio-lungo periodo sembra proiettato verso quota 0,60. La perdita del livello di 0,70 ha spinto l’Aussie sui minimi dalla primavera del 2009. La crisi cinese ha un impatto enorme sulla valuta oceanica, visto che Sidney esporta verso Pechino gran parte delle sue materie prime (in particolare minerale di ferro e carbone).
Il dollaro neozelandese si trova più o meno nella stessa condizione tecnico-fondamentale del dollaro australiano, dal momento che Wellington esporta tantissimo in Cina (per lo più materie prime agricole). La valuta ha perso molto negli ultimi mesi, complice il cambio di rotta nella politica monetaria della RBNZ. Quest’ultima potrebbe tagliare ancora i tassi, favorendo il deprezzamento della moneta domestica sia contro il dollaro che contro le altre valute più importanti (yen, euro e sterlina su tutte).