La giornata di martedì 23 dicembre ieri ha consacrato il dollaro statunitense come protagonista principale del mercato del Forex, in virtù degli ennesimi brillanti dati macroeconomici che arrivano dagli Stati Uniti.
Il biglietto verde ha fatto ancora una volta registrare una crescita nei confronti delle valute principali, al punto che il Dollar Index – indice che mette il dollaro in rapporto a un basket di 6 valute – è salito sui massimi dal secondo trimestre del 2006 sfondando anche quota 90.
Negli ultimi due mesi l’indice del dollaro americano ha fatto registrare un guadagno del 4,6%. A rafforzare la leadership del greenback sul forex ci ha pensato l’ottimo esito del prodotto interno lordo americano inerente al terzo trimestre del 2014. La lettura finale ha superato le più rosee aspettative, dopo che già la scorsa volta era avvenuto un miglioramento della stima preliminare (3,9% anziché 3,5%).
L’ultima lettura è addirittura uguale a +5%, che corrisponde al tasso di crescita maggiore degli ultimi 11 anni. Il boom del pil a stelle e strisce è stato favorito dalla forte ripresa dei consumi, che contribuiscono ai due terzi del prodotto nazionale. Il brillante dato del pil, abbinato al costante miglioramento del mercato del lavoro, fa pensare che la FED sarà costretta a normalizzare la politica monetaria prima del previsto.
Attualmente il mercato si aspetta il primo ritocco ai tassi di interesse intorno alla metà del prossimo anno. Sul forex il tasso di cambio euro/dollaro è sceso in area 1,2160, abbandonando così anche la soglia di 1,22. La quotazione è ora ai minimi da agosto 2012. Il biglietto verde è poi volato sui massimi a 15 mesi sulla sterlina, con il Cable in picchiata sotto 1,55. Il cambio dollaro/yen quota intorno a 120,80, non lontano dai picchi di 121,84.