La volatilità sul comparto forex, e non solo, continua a non essere presente in conseguenza di una mancanza di news catalizzatrici di breve termine in grado di far partire movimenti davvero direzionali. Dal momento che si prospetta la prima settimana del mese entrante, e in assenza di altri particolari spunti, è bene riepilogare gli elementi di fondo che ci accompagneranno nell’interpretazione dei dati per quanto concerne questa settimana.
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In estrema sintesi, la Fed ha proceduto ad un ulteriore taglio di 10 miliardi mensili agli acquisti di titoli, con un programma di Quantitative Easing che ora prevede un ammontare mensile di 55miliardi, ma soprattutto ha comunicato una “qualitative guidance” che di fatto ha eliminato il thresold del 6,5% di disoccupazione come parametro decisivo per implementare misure sui tassi di interesse, in quanto non rappresentativo del vero stato di salute del mercato del lavoro degli Stati Uniti, spiega Davide Marone di DailyFx. Ancora, è stata riaffermata la necessità di raggiungere il target del 2% di inflazione prima di agire sulla leva dei tassi.
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Altro elemento di grande importanza è stata la comunicazione, probabilmente poco accorta da parte del governatore Yellen, di un orizzonte temporale identificabile in 6 mesi successivi al termine del QE prima di procedere ad eventuali ritocchi dei rates. Abbiamo però osservato, ed era una reazione davvero difficile da prevedere, come il mercato sia andato a scontare un possibile rialzo dei tassi di interesse, quasi fosse imminente, laddove comunque alcuni membri del Board si siano espressi favorevolmente per l’inizio del 2015. In un contesto tecnico globale nel quale però, come detto in introduzione, non vi è direzionalità, tutti gli acquisti di dollari risalenti a poco meno di due settimane fa sono stati nuovamente ricoperti riportandoci di fatto in una situazione in cui il biglietto verde si trova ancora in una situazione di forte debolezza (non che prima fosse in situazione di forza) contro le major