Il Dollar Index continua a far registrare nuovi massimi di periodo, crescendo e portandosi sui livelli più alti da metà aprile 2015. Buone notizie, dunque, dagli Usa.
Nello specifico, l’indice del biglietto verde è salito attestandosi sopra quota 100, una zona di resistenza non semplice da superare che la scorsa primavera ha sempre respinto le velleità di rialzo dei “buy” trasformando il bullish trend in bearish trend di breve termine. Da metà ottobre scorso il Dollar Index ha guadagnato il 6,5%, accumulando i maggiori guadagni contro euro, franco svizzero, yen e sterlina.
In vista dell’incremento dei tassi di interesse negli Stati Uniti, durante il prossimo meeting della FED del 15 e 16 dicembre prossimo, molti trader continuano a scommettere su nuovi rialzi del greenback tanto che oggi il cambio Euro/Dollaro è sceso fino a 1,0565 ai minimi da 7 mesi. Tuttavia alcuni dati macroeconomici americani poco convincenti, come l’indice di fiducia dei consumatori e la vendita di nuove case, hanno spinto i trader a prendere profitto sugli short su EUR/USD, anche in concomitanza con l’approdo delle quotazioni su importanti livelli tecnici.
La sensazione è che, almeno fino alla riunione della BCE del 2 dicembre, possa esserci un rimbalzo tecnico dei prezzi sfavorevole al dollaro statunitense, malgrado le attese di potenziamento delle misure monetarie espansive da parte di Mario Draghi faccia pensare decisamente il contrario. Tuttavia gli investitori potrebbero aver già scontato queste hot news: approfittando della finestra temporale di circa due settimane tra la riunione della BCE e quella della FED, potrebbero vendere dollari per poi riposizionarsi su valori più accattivanti con l’avvicinarsi del meeting del FOMC.