Il mese di novembre appare ricco di complessità per i trader. Parliamo di un periodo che sembrava essere iniziato in sordina per il Forex, tuttavia come era previsto l’avvicinarsi dell’appuntamento con i Non-Farm Payrolls (NFP) e con gli importanti market mover attesi ha risollevato un minimo le sorti del mercato delle valute e scaldato l’atmosfera.
Così, alcuni movimenti nel mercato delle valute sono stati impressionanti.
Il super dollaro ha schiacciato tutti e i dati macroeconomici pubblicati hanno avuto un forte impatto su tutto il forex tanto da condizionare i grafici in maniera sincronizzata, ma mentre alcune valute sono crollate di fronte al biglietto verde, altre sembrano resistere ed offrono interessanti prospettive.
La caduta della sterlina contro il dollaro non ha avuto eguali questa settimana tra le majors del forex e il prezzo di GBP/USD è letteralmente crollato da 1.5426, prezzo di chiusura della scorsa settimana, all’attuale 1.5050: una caduta impressionante di 376 pip.
Ogni previsione si è rivelata corretta e i dati macroeconomici positivi dell’economia statunitense si sono scontrati con l’atteggiamento “colomba” della Bank of England (BoE) che ha rimandato l’aumento del tasso d’interesse nel Regno Unito: questa divergenza di notizie ha supportato il nostro punto di vista e ha rinforzato per il cable una prospettiva bearish.
Il dollaro australiano tiene duro e, mentre tutte le altre majors sono state schiacciate dalla forza del dollaro statunitense, la valuta del Nuovissimo Continente ha chiuso la settimana quasi indenne: sono soltanto 89 i pip persi nell’arco degli ultimi 5 giorni dal cambio AUD/USD e ad inizio settimana questo era addirittura in guadagno.
La Reserve Bank of Australia (RBA) ha confermato il tasso d’interesse al 2% e a questo si sono sommati gli ottimi risultati della bilancia commerciale australiana di mercoledì: le importazioni sono aumentate, ma in misura molto maggiore sono aumentate le esportazioni e la trade balance ha così superato di molto le attese con un saldo negativo di 2,317 miliardi di dollari australiani, mentre le previsioni erano di -2,800 miliardi.