La cancelliera tedesca Angela Merkel pare aver cambiato idea su inflazione e valuta, dopo essere stata per molto tempo contrariata alla politica monetaria ultra-espansiva della Banca Centrale europea.
A Berlino, durante una conferenza con una nutrita platea di imprenditori, la Merkel ha affermato che un euro troppo forte rischierebbe di compromettere il cammino finalizzato all’attuazione delle riforme strutturali nei paesi europei più in difficoltà (in particolare Spagna, Italia e Portogallo).
Nel contempo, i tassi di interesse vicini allo zero vengono ben visti in quanto riescono a impedire all’euro di salire troppo.
La Merkel ha anche appoggiato le decisioni di politica monetaria della BCE, sia per ciò che concerne i tassi sia il programma di quantitative easing. La cancelliera tedesca ha sottolineato che l’istituto monetario di Francoforte è dovuto intervenire con decisione per far fronte a uno scenario di inflazione eccessivamente bassa, allo scopo di impedire l’avvio di una pericolosa spirale deflazionistica. In passato, però, la cancelliera era stata poco incline a simili strategie di politica monetaria, appoggiando maggiormente la rigida dottrina economica tedesca.
Quest’ultima si è sempre contraddistinta per aver supportato una politica monetaria non eccessivamente espansiva – in particolare attraverso le iniezioni di liquidità della banca centrale – in quanto potenzialmente in grado di far impennare il tasso di inflazione con effetti disastrosi sull’economia. Le dichiarazioni rilasciate dalla Merkel stavano indebolendo l’euro sui mercati valutari, ma con il passare delle ore la moneta unica ha recuperato nuovamente terreno nei confronti del biglietto verde. Il cambio euro/dollaro, sceso inizialmente fino a 1,1150, è risalito con decisione quasi fino a 1,13.