Sono le politiche di natura espansiva adottate da parte della BoJ e le politiche che probabilmente verranno adottate dalla Banca centrale europea a sortire effetti sul mercato del Forex.
Tali strategie sono state in grado di rivalutare il dollaro sulle proprie valute, così come sulle altre per via di un trascinamento dato dalle correlazioni con gli altri cambi. Le correlazioni tra le maggiori valute oggi come oggi non possono dunque essere messe da parte. C’è il serio rischio di commettere errori superficiali che si tramuterebbero in perdite costanti.
Così gli esperti:
Molti gestori stanno cercando soluzioni durature per la propria operatività, poiché oggi le valute hanno movimenti sempre più in linea con l’analisi fondamentale (difficilmente standardizzabile in programmi di trading system più o meno complessi). Capire però le conseguenze delle decisioni prese dalle banche centrali offre dei “rigori” che il trader non può non calciare. Ecco il cambio dollaro/yen, che dopo l’impennata avviata ormai già dal 2012, ma ripreso con irruenza dallo scorso ottobre, ora vede una fase di consolidamento tra gli ultimi massimi raggiunti (121,80), ed il minimo evidenziato dal supporto statico a 115,6. Il forte trend bullish non è ancora però arrivato ai massimi evidenziati con le due resistenze statiche (trendline rosse), il ché ci porta ad evitare operazioni contro trend, ma ad aspettare livelli migliori come 115,6 o 109,31.
Per quanto concerne il cambio euro/dollaro, come più volte osservato in precedenza, la forza dei dati macroeconomici provenienti dagli Usa, paragonati a quelli europei, ha condotto il cambio a bucare persino il livello di 1,20, portandolo ad 1,1877 ed a violare, almeno per il momento l’altro importante supporto statico a 1,1875. L’ultimo supporto forte dal quale potrebbe ricominciare a lateralizzare su range sufficientemente ampi è costituito dal minimo del 2005 a 1,1638.