La giornata di oggi è stata molto positiva per il dollaro statunitense, che ha concluso una sessione di trading entusiasmante dopo aver attraversato una fase poco brillante.
Le aspettative di stretta sui tassi di interesse negli USA più lenta del previsto ha indebolito per poco tempo il biglietto verde, che è rimasto però una delle valute più richieste sul mercato del Forex insieme alla sterlina e al franco svizzero.
Il tasso di cambioEUR/USD, che ieri aveva superato quota 1,14 avvicinandosi ai top di metà maggio scorso di 1,1466, è stato ritenuto troppo caro a questi livelli e i trader si sono fortemente posizionati short in vista di nuovi pesanti cali.
L’euro, nonostante i rumors su un probabile accordo sul debito greco, viene ritenuto troppo caro in area 1,14 dul dollaro americano, anche perché è pur sempre in corso il programma diquantitative easing da 60 miliardi al mese della BCE e i tassi sono ai minimi storici. Insomma, al di là delle valutazioni di carattere fondamentale, oggi hanno prevalso le motivazioni tecniche. I trader hanno puntato forte sullo short, esercitando una pressione ribassista tale da far crollare la quotazione da 1,1350 circa (livello di apertura) a 1,1134. Attualmente il cambio si muove intorno a 1,1190 e sembra in difficoltà a contatto con la soglia di quota 1,12.
Il breakout ribassista di oggi, che ha tagliato a fette un wedge sui massimi di periodo, potrebbe avere forti ripercussioni sull’andamento dei prezzi nelle prossime sedute. C’è da dire che il supporto di breve termine di 1,1150sembra tenere bene: qui la richiesta di euro è ancora buona, ma una chiusura al di sotto di 1,1050 potrebbe innescare una nuova ondata di vendite con target di medio periodo intorno a 1,05. La maggior parte delle banche d’affari e dei broker internazionali sono convinte che il cambio euro/dollaro calerà molto nei prossimi mesi: secondo Goldman Sachs la quotazione si deprimerà addirittura fino a 0,80 entro il 2017.