Puntare su dollaro e oro, per superare i malumori della Brexit. Il biglietto verde, a dire il vero, è più appetibile rispetto al metallo giallo.
Tra i suoi sostenitori più accaniti c’è Jim Rogers, uno dei fondatori del Quantum Fund, il mitico fondo Usa che nel decennio 1970-1980 guadagnò il 4.200% mentre l’S&P era avanzato solo del 47%. Rogers è anche il padre del Rogers International Commodities Index (Rici) alla fine degli anni Novanta. Come guest professor insegna finanza alla Columbia Business School.
Secondo Jim Rogers, i prezzi dei lingotti sono destinati a crollare nei prossimi mesi e lui tornerà ad acquistare oro solo alla fine del 2016. Stando invece a un’indagine di Bloomberg fra 12 economisti, il valore del lingotto dovrebbe salire ancora del 7% in confronto ai livelli attuali.
Dall’inizio dell’anno l’oro ha ricavato il 25%, dopo che le quotazioni avevano ceduto nel triennio precedente. Gli hedge fund hanno infatti incrementato le loro scommesse sul metallo giallo. Ed è questo entusiasmo che induce Rogers alla cautela:
L’oro è stato sbalorditivo quest’anno nella sua ascesa, e a me non mi piace comprare qualcosa che veleggia verso l’alto. Come bene rifugio preferisco il dollaro all’oro. Il metallo giallo è salito dello 0,9% a 1.327,62 dollari l’oncia questa mattina presto a Londra (alle ore 10:15 scambia a 1.329 dollari), dopo essere balzato venerdì scorso a quota 1.358,54 dollari (per poi poi ritracciare), il livello più alto dal marzo 2014. Guadagnando così l’8,1%, il maggiore salto dal settembre 2008. I prezzi potrebbero raggiungere quota 1.424 entro la fine dell’anno.
La previsione che la Federal Reserve terrà bassi i tassi di interesse negli Stati Uniti ha aumentato la domanda di metallo come riserva di valore, mentre uno scenario geopolitico volatile ha spinto gli acquisti di oro come bene rifugio.