A beneficiare del QE3 non sono soltanto le azioni, i bond o le commodity, ma anche le valute più speculative come l’euro e quelle ad alto rendimento, come il dollaro australiano e neozelandese. Le valute rifugio, a partire dal dollaro americano, diventano meno appetibili in quanto non c’è più richiesta di sicurezza ma soltanto una caccia sfrenata verso i rendimenti più allettanti. Il tasso di cambio euro/dollaro è volato sui massimi più alti da inizio maggio scorso, raggiungendo area 1,3050.
Sebbene ora sia probabile un ritracciamento fisiologico delle quotazioni, le prospettive per il cambio euro/dollaro nelle prossime settimane sono fortemente bullish. Il piano anti-spread della Bce prima e il lancio del QE3 poi sembrano la ricetta giusta per rimettere in piedi i mercati finanziari e spingere al rialzo le quotazioni degli asset.
Il tasso di cambio euro/dollaro potrebbe salire ancora nei prossimi giorni, raggiungendo il prossimo target posto a 1,3250. Il dollaro americano, invece, sembra destinato a vivere gli ultimi tre mesi dell’anno all’insegna delle vendite e quindi della svalutazione. I policy makers americani si augurano che il “sacrificio” del biglietto verde possa finalmente far ripartire l’occupazione e ridare slancio alla crescita economica.