Continua la fase di debolezza per la moneta unica, che fino a qualche giorno fa riusciva a mantenersi sopra la soglia psicologica di 1,30 grazie anche ai forti flussi in acquisto sui bond governativi dell’area euro e alle richieste provenienti dagli investitori istituzionali esteri (in particolare dal Giappone). La forza generalizzata del dollaro americano, però, sta schiacciando il cross Eur/Usd sotto il peso della pressione ribassista e nel giro di pochi giorni i prezzi sono passati da 1,3170 a 1,2840.
Due giorni fa il cambio euro/dollaro ha toccato il minimo più basso da oltre un mese a 1,2842, raggiungendo così una zona di supporto giornaliera molto importante. Ieri pomeriggio sembrava potesse esserci la possibilità di un rimbalzo tecnico, a seguito della pubblicazione di dati macroeconomici poco brillanti negli Stati Uniti. L’aumento delle richieste di sussidi per la disoccupazione e il pesante calo dell’inflazione “core” sembravano poter dare il via a una correzione.
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In realtà, il dollaro americano ha accusato il colpo solo temporaneamente. Già ieri sera e poi nel corso della sessione asiatica sono tornati prepotentemente gli acqusiti, che hanno così ristabilito il quadro tecnico presente ieri mattina. A questo punto il cross Eur/Usd potrebbe accelerare al ribasso in caso di perdita decisa di 1,2840. I prezzi potrebbero quantomeno scendere fino a 1,28, anche se c’è la possibilità di rivedere quota 1,2745.
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Si tratta dei minimi di inizio aprile scorso, dove potrebbe poi iniziare una fase di recupero delle quotazioni fino a 1,2850 prima e 1,2950 poi. Entro fine maggio il cross Eur/Usd potrebbe scendere sotto 1,28, ma forse ne sapremo di più già questo pomeriggio dopo la pubblicazione del dato sulla fiducia dei consumatori. Il trend è ancora molto favorevole al biglietto verde.