Nella giornata di ieri il cross euro/dollaro si è attestato a quota 1,1270 prima di rimbalzare fino a 1,1330. La situazione tecnica di breve termine resta pertanto costruttiva: prima di poter effettuare un ulteriore allungo sarà comunque necessaria un’adeguata fase laterale di riaccumulazione.
Da un punto di vista grafico, infatti, solo il breakout della barriera posta in area 1,1360-1,1370 potrebbe offrire un nuovo segnale rialzista, con un primo target a ridosso di 1,14 e un secondo obiettivo in area 1,1420-1,1425. Un’eventuale correzione dovrebbe invece arrestarsi a contatto con il sostegno posizionato in area 1,1250-1,1240.
La sterlina nel frattempo è balzata ai massimi delle 3 settimane contro il dollaro e degli 11 giorni contro l’euro, con gli speculatori che riducono le posizioni corte.
Nella fattispecie la valuta si è spinta fino ai massimi da 4 agosto di 1,3210 dollari per un rialzo dello 0,5% e attorno alle 10 vale 1,3185/92 dollari. La valuta britannica è salita anche dello 0,2% contro l’euro fino a 0,8692 sterline per euro.
La moneta di Londra è stata stimolata da buoni dati macro, inflazione, vendite al dettaglio e cifre sulla disoccupazione migliori le attese, che hanno rivelato che, nell’immediato, l’impatto della Brexit sui consumatori è stato limitato.
Il dollaro/yen invece cede terreno, con il ribasso dell’azionario nipponico che ha spinto negli scambi asiatici verso la valuta orientale, considerata bene rifugio.
Le aspettative di un atteggiamento più morbido del presidente della Fed Janet Yellen a Jackson Hole hanno indebolito il dollaro nel corso della seduta borsisitica di Tokyo. Lo yen più forte (+0,2% a 100,15), ora molto vicino alla quota 100 contro il biglietto verde, penalizza i grandi gruppi esportatori come Honda e Mazda, che hanno ceduto rispettivamente il 2,1 e il 3%.