Il cross euro-dollaro resta saldo nell’area insita tra 1.08 e 1.10 dove dà luogo ad oscillazioni che alternano acquisti a vendite: ormai da sessanta giorni l’euro appare troppo forte per tornare a scendere e ancora debole per continuare a salire.
Cosa aspettarsi ora dal cambio EUR/USD?
Tra Eurozona e Stati Uniti c’è una netta divergenza in corso in tema di politica monetaria: la Banca Centrale Europea sta adottando una politica espansiva, immettendo liquidità nel sistema economico con il suo Quantitative Easing, mentre la Federal Reserve ha dato recentemente avvio ad una politica più restrittiva con un programma che prevede il graduale aumento del tasso d’interesse nel corso di quest’anno.
La notizia di questa divergenza è tutt’altro che nuova ed è stata ampiamente scontata dal mercato delle valute, da una discesa che aveva portato EUR/USD da 1.39 a 1.04 circa. Eppure non si può dimenticare la grande differenza di rotta tra le due banche centrali e questo spiega come mai il rimbalzo della quotazione di euro-dollaro incontri tanti ostacoli.
La prolungata fase laterale alla quale si assiste su EUR/USD dallo scorso 4 dicembre mantiene la major nel range compreso tra 1.08 e 1.10, tuttavia la settimana iniziata è ricca di market mover ed è possibile che siano proprio questi a rompere lo schema seguito fin qui: a breve, infatti, saranno pubblicati importanti indicatori macroeconomici come gli indici PMI dell’Eurozona, la bilancia commerciale USA e, soprattutto, i Non-Farm Payrolls (NFP) statunitensi nella giornata di venerdì 5 febbraio.
La situazione attuale parla chiaro:
Salvo poche eccezioni, dallo scorso dicembre il supporto di 1.0812 e la resistenza di 1.0986 sono rimasti inviolati e questo crea sul grafico della quotazione un grande rettangolo ad indicare una fase di stallo e il raggiungimento di un considerevole equilibrio tra euro e dollaro. Questo non durerà per sempre e la rottura al rialzo o al ribasso di questa conformazione rettangolare darà il via ad una nuova fase.