Il ritorno del clima di risk aversion sta proiettando nuovamente gli investitori verso il franco svizzero, che fino alla decisione della SNB di fissare il peg a 1.20 era sicuramente la valuta più acquistata sui mercati internazionali in quanto considerato il bene rifugio per eccellenza nei momenti di turbolenza sui mercati. Ora che è tornata la crisi del debito sovrano europeo, il rischio di veder crollare il cambio sotto 1.20 esiste ed è reale. Si prospetta, quindi, una vera e propria currency war nei prossimi mesi tra la speculazione internazionale e la SNB. Soltanto ieri per tenere il cambio sopra 1.20 è stato speso un miliardo di euro.
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Un portavoce della SNB ha dichiarato al Wall Street Journal che sono ancora disponibili 237,5 miliardi di franchi per mantenere il cambio sopra 1.20. Non sembra affatto una cifra in grado di contrastare la forza degli speculatori internazionali, che potenzialmente potrebbero mettere in campo migliaia di miliardi di dollari. L’eventuale perdita decisa di 1.20 – in caso di maggiori turbolenze nelle prossime settimane – minerebbe la credibilità della SNB e farebbe crollare il cambio. A quel punto il ritorno sulla parità dovrebbe essere quasi una certezza.
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