Durante la scorsa settimana i maggiori mercati azionari hanno avuto difficoltà, con l’inaspettata eccezione del Dax tedesco. I deboli indicatori economici dalla Germania sono stati parzialmente la causa per la quale l’Euro ha toccato un nuovo minimo su nove anni contro il Dollari.
Di conseguenza il Dax dovrebbe essere l’unico indicatore importante a registrare profitti questa settimana.
Cosa aspettarsi per questi giorni?
In Europa il FTSE ha persolo 0,71% chiudendo a 6501,1 punti; il Dax ha chiuso l’ultimo giorno di trading della settimana in rialzo dell’1,5% a 9.648,5 punti; il CAC, in ribasso dell’1,7%, ha chiuso la sessione a 4.179,1 punti. Il Dow ha chiuso la settimana in ribasso dello 0,54% a 17.737 punti. Il Nasdaq Composite ha chiuso a 4.704,1 punti, perdendo lo 0,48% nel corso della settimana. Il Nikkei 225 ha chiuso la settimana di trading in ribasso dell’1,4% per chiudere la sessione a 17.621 punti. Per quanto riguarda i mercati di valute, la scorsa settimana è stata l’attività dello Yen a distinguersi. Il Dollaro è risultato forte contro la Sterlina, chiudendo a 1,515 Dollari per Sterlina, con un rialzo dell’1,4%. La scorsa settimana il biglietto verde ha guadagnato l’1,5% contro l’Euro, chiudendo a 1,1834 Dollari per Euro. Il Dollaro è invece risultato più debole contro la valuta giapponese, chiudendo a 118,6 Yen per Dollaro, segnando una perdita durante la settimana dell’1,4%.
L’Euro è debole in confronto allo Yen, segnando una perdita del 2,8% nel corso della settimana e chiudendo a 140,3 Yen per Euro. È accaduto lo stesso contro la Sterlina inglese, contro sui ha perso lo 0,1%; la chiusura ha visto scambiare una Sterlina per 1,2802 Euro.
Per quanto concerne il mercato delle materie prime, il prezzo del petrolio greggio della Brent ha chiuso a 50,1 Dollari al barile (per le consegne di febbraio): un crollo del 13,6% nel corso della settimana di trading. Il valore dell’oro era più alto la scorsa settimana, con una chiusura a 1217,8 Dollari l’oncia, un rialzo del 3,9%.