Crisi euro e debiti sovrani

Creare in Europa una rete di protezione tale da soffocare ogni tentativo di speculazione sia sull’euro, sia sui debiti sovrani dei cosiddetti Paesi periferici dell’Eurozona. Questo è quanto, già da tempo, ai piani alti di Bruxelles stanno cercando di mettere a punto.

Purtroppo però le risposte della politica sono decisamente più lente di quelle che sono le dinamiche dei mercati azionari e valutari, ragion per cui tra i veti incrociati, e l’opposizione ad oltranza, l’Europa rimane ancora priva di strumenti tali da difendere una moneta unica dalla quale è impensabile, pena un effetto domino dirompente, che qualche Paese possa uscirne.



SPREAD TITOLI DI STATO EUROZONA

L’aiuto finanziario in questo momento può arrivare solo con il Fondo monetario internazionale, oppure con il Fondo europeo di stabilità finanziaria. Al riguardo a Bruxelles ci si chiede quale possa essere l’utilità di rafforzare la dotazione finanziaria del Fondo europeo di stabilità, ma anche di assegnare nuove funzioni, nuovi compiti e nuovi ruoli al Fondo monetario internazionale.

BANCHE CENTRALI PRONTE A INONDARE LIQUIDITA’

In queste scelte è proprio l’Italia il Paese cui si guarda visto che il nostro debito pubblico è tale che le risorse su scala europea da mettere in gioco, per salvarlo, dovrebbero essere rilevanti. Ecco perché si preferiscono le pressioni sovranazionali sul nostro Paese, a partire dalla famosa lettera della Bce, la Banca centrale europea, sperando che possa tornare il sereno in maniera duratura. Al riguardo ci si chiede fino a quando con una bassa crescita in Italia lo Stato possa permettersi di pagare sui titoli pubblici interessi che sulla curva decennale superiori al 3,50% rispetto a quelli tedeschi.