Prosegue il trend discendente del tasso di cambio euro/dollaro, che ieri ha aggiornato i minimi a 4 mesi toccando quota 1,2828. Negli ultimi giorni, nonostante la forte pressione in vendita provocata dalle incertezze legate al salvataggio di Cipro e alla debolezza dell’economia europea, il cambio euro/dollaro è comunque riuscito a formare una zona di supporto molto solida tra 1,2840 e 1,2830. Su questi livelli sono sempre avvenute forti reazioni dei compratori, anche se non va escluso che già nelle prossime ore possa avvenire il breakout ribassista decisivo.
Se i prezzi dovessero scendere con decisione sotto 1,2830 si aprirebbero nuovi scenari short per il cambio euro/dollaro: la prima proiezione vede il cambio a 1,2750, ma è possibile stimare un target price a 3-7 giorni posto a 1,2650. Il clima di avversione per il rischio dovrebbe tenere i prezzi lontano dalla soglia psicologica di 1,30. Sotto questo livello-chiave è difficile immaginare che gli investitori possano avere interesse a comprare euro e vendere dollari.
► GUERRA DELLE VALUTE NON ESISTE SECONDO BERNANKE
Da un punto di vista tecnico, un robusto rimbalzo del cambio euro/dollaro sarebbe possibile solo ed esclusivamente in caso di breakout esplosivo di area 1,31. In questo caso potrebbe esserci un allungo fino a 1,3160 prima e 1,3250 poi. Ad ogni modo si tratta di uno scenario poco probabile in questa fase di mercato. I prezzi dovrebbero, invece, scendere ulteriormente nei prossimi giorni.
► EURO E’ SPACCIATO SECONDO SAXO BANK
Più tardi saranno pubblicati alcuni dati macro europei importanti, quali gli indici di fiducia economica, dei consumatori, dell’industria e dei servizi. Se negativi, o inferiori alle attese, i market mover europei potrebbero generare nuove forti vendite sulla moneta unica. Entro oggi potremmo assistere a una discesa del cambio euro/dollaro sotto 1,28.