Banca Nazionale Svizzera, rosso di 30 miliardi di franchi dopo abbandono cambio fisso

Dopo l’abbandono del cambio fisso Franco-Euro, deciso a metà gennaio, si mette male per la Banca Nazionale Svizzera.

 

I dati del primo trimestre dell’anno, diffusi dal Governatore, Thomas Jordan, parlano infatti di una perdita di 30 miliardi di franchi, poco meno dell’equivalente in valuta unica.

Significativo il fatto che, giusto dodici mesi fa, l’istituto di erogazione elvetico aveva chiuso il primo trimestre dell’anno con un attivo di 4,4 miliardi. “Il risultato del 2014- ha spiegato Jordan, in una nota – dipende in larga misura dall’evoluzione del mercato, non solo dei cambi ma, pure, dell’oro”. Il metallo prezioso, in effetti, e’ in caduta libera, dopo aver quasi sfiorato i due mila dollari per oncia, durante gli anni più bui della crisi finanziaria. Ora, però, che veleggia intorno ai 1200 dollari, la Banca Nazionale Svizzera si ritrova con un miliardo di franchi in meno.

Il grosso della perdita di questi primi tre mesi va, comunque, addebitato, principalmente, alla decisione di lasciare fluttuare liberamente il franco dopo che, a gennaio, in soli 15 giorni, Jordan si era ritrovato a dover spendere 100 miliardi, acquistando a tutto spiano euro e dollari, per difendere la valuta svizzera dalla speculazione. Il risultato, tuttavia, ha comportato un salasso di 29 miliardi. Che, aggiunti al miliardo perso per l’oro, fanno i 30 miliardi di cui si è detto.

“Non mi pento della mia scelta”, si è difeso ancora di recente il Governatore, duramente criticato dagli ambienti della Confindustria elvetica, considerato che molte aziende sono state costrette a sacrifici per mantenere competitivi i prodotti svizzeri sui mercati esteri. Non sono mancati i gruppi che hanno chiesto, al personale, di lavorare due o tre ore in più alla settimana senza retribuire gli straordinari, mentre altre sono passate direttamente ai salari in euro.