Stamatttina è tornata in scena la Bank of Japan, protagonista di una politica monetaria sempre più aggressiva. I policy makers nipponici non hanno mai nascosto la loro intenzione di volere assistere ad una maggiore svalutazione della propria moneta sui mercati internazionali, allo scopo di rendere meno costosi i prodotti made in Japan venduti all’estero. Stamattina nuova mossa espansiva con l’aumento del programma di quantitative easing di ben 138 miliardi di dollari.
Nessuna novità, invece, sui tassi di interesse, che restano fermi tra lo 0% e lo 0,1%. La mossa della Bank of Japan ha creato i presupposti per un deciso aumento della volatilità, ma soprattutto ha meso il turbo allo yen che in pochi minuti ha sbaragliato le principali valute, come euro, dollaro e sterlina. Il tasso di cambio euro/yen è sceso sui minimi a due settimane circa a 102,16.
In meno di mezz’ora il cross è passato da 103,37 a 102,16, anche se lo spike di prezzo ha fatto scattare veloci ricoperture con return move delle quotazioni verso 103. Il tasso di cambio dollaro/yen è crollato fin sotto 79,30 a partire da area 80,10, scendendo così sui minimi a sette giorni. Il cambio è ora in area 79,50 in attesa dell’apertura delle piazze finanziarie europee.
Pesante discesa anche per il cambio sterlina/yen, sceso sui minimi a una settimana circa in area 127. In meno di trenta minuti i prezzi sono passati da area 128,40 a 127,02. Ora, con l’inizio della conferesta stampa di Draghi e con l’apertura delle borse continentali la volatilità potrebbe aumentare ulteriormente ma resta difficile fare una previsione sull’andamento intraday della divisa nipponica. In caso di sentiment negativo, sono previsti nuovi forti acquisti sullo yen.