Si tratta di un’operazione che non comporta costi aggiuntivi dato che non necessita dell’intervento di un notaio, tuttavia bisogna tener presente che la banca non è obbligata ad accettare la richiesta del proprio cliente, anche se nella maggior parte dei casi si tenta di accontentarlo per evitare che decida di optare per una surroga, soprattutto se ne sussistono i requisiti.
Nel caso in cui si decida di aumentare la durata si avrà un risparmio immediato ma, ovviamente, l’esborso totale sarà maggiore, per questo motivo la convenienza di questa soluzione è proporzionale al tempo residuo rimasto.
Prendiamo ad esempio un mutuo con un tasso al 5% e con 15 anni di tempo residuo. Qualora si decida di estenderne la durata fino 20 anni si possono risparmiare 131 euro al mese, mentre se la si estende a 25 anni il risparmio sale a 206 euro. Un risparmio che però, come dicevamo, porta ad un esborso totale maggiore: l’ipotesi presa come esempio, infatti, prevede una cifra complessiva pari a 142.380 euro, se si estende il rimborso a 20 anni la somma sale a 158.400 euro, mentre se lo si estende a 25 sale a 175.500 euro.
Questo per quanto riguarda il tasso fisso, discorso analogo ma al tempo stesso completamente diverso vale per il tasso variabile, visto che ai tassi attuali si tratta di una mossa assolutamente sconsigliabile dal momento che in futuro saliranno inevitabilmente, per cui chi è già con l’acqua alla gola nel giro di pochi mesi potrebbe non essere più in grado di far fronte al pagamento mensile.