Tale imposta, ricordiamo, fino allo scorso anno aveva un costo talmente irrisorio da spingere la maggior parte degli istituti di credito a farsene carico. Tuttavia, a fronte dell’aumento introdotto a partire dal 2012 dalla manovra del governo Monti, la maggior parte delle banche ha deciso di trasferire il costo a carico dei clienti e di farsene carico solo in occasione di speciali promozioni destinate ad incrementare il numero complessivo dei clienti.
Di conseguenza, l’aumento dell’imposta di bollo inciderà notevolmente sulle scelte dei risparmiatori. Nel valutare la convenienza di un determinato prodotto, infatti, bisognerà tener conto non più solo del tasso di interesse applicato ma bisognerà anche considerare se la banca in questione prevede o meno l’imposta di bollo a carico del cliente. Inoltre, bisognerà tener conto dell’imposta anche in sede di calcolo della remunerazione, andando a sottrarre il suo costo dal guadagno stimato.
Nonostante la maggior parte delle banche che offrono conti deposito abbiano provveduto a modificare le condizioni contrattuali trasferendo a carico del cliente l’imposta di bollo, secondo le ultime rilevazioni i conti deposito continuano ad essere tra gli strumenti preferiti dai risparmiatori italiani, in quanto continuano ad offrire rendimenti competitivi e sono assicurati dal Fondo interbancario di tutela dei depositi.