Da oggi c’è una novità per gli investitori, infatti martedì 1 luglio 2014, scatterà ufficialmente la nuova aliquota sui rendimenti finanziari, che è stata recentemente portata dal 20 al 26 per cento. Tutti i risparmiatori si troveranno a pagare un 6 per cento in più sui loro guadagni finanziari, il quale investirà anche quelli passati, perché l’imposta sarà retroattiva.
Esistono però delle soluzioni legali per non andare incontro all’aumento dell’imposta e mettere al sicuro le proprie plusvalenze da questo nuovo aumento della pressione fiscale, che arriva a coronare, come in una sorta di mini – patrimoniale, anni di aumenti dal punto di vista delle tasse che gravano sui risparmi.
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La prima soluzione possibile consiste nel cosiddetto affrancamento, il quale può essere considerato come una vendita figurativa agli intermediari che si realizzi nei casi di cambio di regime fiscale. La soluzione consisterebbe quindi nella vendita dell’intero portafoglio titoli, quindi anche di strumenti che sarebbe meglio mantenere nel tempo perché producono plusvalenze.
La seconda soluzione consiste invece nella vendita reale di alcuni titoli prima del 1 luglio 2014 e poi in un riacquisto successivo. Si tratta di una soluzione conveniente solo se i costi della transazione dell’operazione sono inferiori alle minusvalenze teoriche.
La terza soluzione possibile è quella di non fare nulla e attendere il cambio della tassazione, che sarà purtroppo retroattivo e investirà anche i guadagni passati. I risparmiatori si troveranno cioè a pagare anche su plusvalenze che non si sperava di realizzare a che d’ora in avanti andranno ulteriormente divise con lo stato.