Negli ultimi tempi il mercato ha conferito un’importante rilevanza agli ETF volatility-based. Essi replicano indici costruiti con la metodologia minimum variance.
Gli ETF volatility-based consentono di esporsi positivamente alle fasi di rialzo dei mercati azionari e di limitare le perdite nel corso delle fasi di mercato negative. L’indice MSCI Minimum Volatility è l’indice che ha registrato la volatilità più bassa nel corso del periodo 1998-2014. Tale metodologia consente di esporsi ai mercati azionari mantenendo bassa la volatilità di questa componente dei portafogli, cosicchè si possono usare questi strumenti anche su portafogli più prudenti.
Molte delle altre metodologie (ad esempio growth, value…) si basano su indici costruiti con criteri ad hoc per ciascun ETF: indici diversi utilizzano metodologie di costruzione diverse, ottenendo ponderazioni dei titoli diverse e, più in generale, è necessario fare un significativo lavoro di “due diligence” e monitoraggio dell’indice sottostante. Con gli indici minimum variance invece, la metodologia è puramente matematica.
Questa panoramica sugli ETF smart beta basati su mercati azionari quotati a Piazza Affari può essere chiusa dicendo che questi strumenti si configurano come un utile ampliamento dell’universo investibile e forniscono un interessante strumento per incrementare la propria esposizione a fattori di mercato alternativi. Sono un prodotto in forte crescita in termini di masse gestite e di gamma di prodotti:
Anche se molti di questi prodotti hanno realizzato rendimenti più elevati delle loro controparti tradizionali, vanno nondimeno selezionati con cura e con la consapevolezza che questa performance va contestualizzata in diverse fasi di mercato, per cui la scelta di una strategia non può prescindere da un’analisi strategica di mercato.