Molto spesso il dividend yield viene utilizzato dagli investitori come strumento per individuare i dividendi più alti, una pratica comune non solo tra i piccoli investitori ma anche tra i fondi di investimento specializzati.
Nonostante questo la pratica di cercare di individuare le azioni maggiormente remunerative tenendo conto del dividend yield secondo alcuni esperti è molto rischiosa in quanto si tratta di un dato che può facilmente trarre in inganno. Tra i sostenitori di questa teoria figura Stuart Rhodes, il gestore del fondo M&G Global Dividend, secondo cui bisogna prestare particolare attenzione nell’utilizzare strategie di investimento basate sul dividend yield, in quanto molto spesso un alto dividend yield è sintomo di una società che versa in una situazione di difficoltà o che presenta un potenziale di crescita limitato.
Il calcolo del dividend yield è abbastanza semplice, tuttavia per facilitarne la comprensione facciamo un esempio pratico. Supponiamo che un’azienda quotata in Borsa abbia un capitale sociale pari a 400.000 euro e 200.000 azioni, ciascuna con un valore nominale di 2 euro e una quotazione attuale pari a 5 euro. L’utile realizzato è pari a 50.000 euro, la cui metà viene distribuita agli azionisti. Il dividendo distribuito risulta quindi pari a 1,25 euro per azione, mentre il dividend yield risulta pari al 2,5%, in quanto questa percentuale è il risultato di 0,12 diviso 5 e moltiplicato per 100.