Forex, giorni di volatilità

Sono giorni di forte volatilità sul mercato del Forex  e in particolar modo sul criss euro-dollaro che, in mattinata, in virtù dei brillanti indici PMI aveva sfiorato un nuovo picco delle ultime 4 sedute salendo a 1,1030.

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Dollaro Usa in ripresa sul Forex

Il dollaro diminuisce le perdite in rapporto alle altre valute forex importanti, dopo che i dati hanno evidenziato che il numero di richieste di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti è sceso ad un minimo di nove settimane in riferimento alla scorsa settimana, e che il deficit commerciale si è ridotto al livello più basso dal 2009, in confronto ai mesi precedenti.

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Forex, calo del dollaro

Il dollaro USA fa registrare una riduzione dei guadagni a fronte delle altre valute Forex importanti durante la giornata di ieri, dopo che i dati provenienti dagli Usa hanno evidenziato che l’economia statunitense è cresciuta ad un ritmo più lento del previsto nel quarto trimestre del 2014, incrementando le nuove preoccupazioni sulla forza della ripresa degli Stati Uniti.

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Forex, i rischi per l’euro

Dopo aver contrastato il livello 1.10 tre volte durante la scorsa settimana, l’euro espande le sue perdite in rapporto al dollaro statunitense già da inizio settimana.

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Il dollaro in crescita fa gola agli investitori

Il dollaro americano è in fase ‘rally’, rispondendo bene alla politica monetaria della Federal Reserve Bank che di recente ha stoppato il quantitative easing. La FED, inoltre, sarà una delle prime banche centrali ad elevare il costo del denaro a partire dalla seconda metà del prossimo anno.

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Forex, il mercato a ritmo delle valute

La politica monetaria declinata dalle banche centrali (in questo caso occorre tener presente la BCE da un lato e la FED dall’altro) è del tutto differente: questo dato va assunto come quello fondamentale per comprendere l’andamento sia del forexEUR/USD che dei volumi d’affari delle borse.

Forex, cosa cambia per l’Euro con il Quantitative Easing?

Il governatore della Banca centrale europea Mario Draghi ha lasciato intendere che l’istituto di Francoforte è ormai ad un passo dall’intervenire per combattere il rischio di bassa inflazione prolungata nel tempo nell’Eurozona, già minata da una crescita economica che rasenta lo zero.