Banca Carige è un po’ l’Alitalia delle banche: necessita di aiuto, in tanti si fanno avanti creando il caos salvo lasciandola all’ultimo nell’incertezza più totale nella quale lo Stato si propone di intervenire. A dirsi pronto al salvataggio stavolta è il ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Ha infatti dichiarato nel corso di un’intervista con il Secolo XIX:
Certamente come Lega siamo pronti ad un intervento pubblico, qualora in tempi brevi non si dovessero affacciare nuovi, veri, affidabili capitali privati. Di certo non lasceremo soli i tanti imprenditori e le famiglie che hanno bisogno di una banca forte, territorialmente radicata, a garanzia di un futuro di sviluppo.
Sembra ieri (ed è poco meno di due anni, N.d.R.) che la stessa voce si levava in opposizione allo stesso intervento per MPS. Mettendo da parte il passato Banca Carige ha bisogno di un partner commerciale che riesca a sostenere in modo corretto l’aumento di capitale necessario per attuare il piano industriale messo a punto dai tre commissari straordinari. E se il Fitd, se ben “accompagnato” è pronto a metterci il suo impegno è comunque evidente che sia necessario provvedere il prima possibile nel trovare una soluzione ottimale, anche con il supporto della famiglia Malacalza. Continua Salvini:
Quella di Carige è una crisi che seguiamo con attenzione costante e su cui fin dal primo giorno ci siamo trovati con le assurde regole europee a metterci i bastoni tra le ruote. Se non avessimo opposto la nostra più decisa resistenza, l’atteggiamento di Bruxelles avrebbe rischiato di aprire la porta dell’istituto a fondi speculativi internazionali con tutti i rischi del caso. Noi lo abbiamo impedito.
Ma sarà stata la scelta giusta? A conti fatti non sono i soldi a far girare le banche?