Giuseppe Rotelli, primo azionista privato di RCS MediaGroup con una quota del 16,55%, fuori dal patto di sindacato, ha deciso di non sottoscrivere l’aumento di capitale da 421 milioni di euro, nonostante avesse dato il proprio ok all’operazione di rafforzamento patrimoniale. La notizia arriva direttamente da un comunicato ufficiale del gruppo editoriale di via Rizzoli, nel quale si legge che Rotelli “non intende esercitare i diritti di opzione per le azioni detenute direttamente, nonché per quelle oggetto del contratto d’opzione d’acquisto e vendita con il Banco Popolare”.
La decisione di Rotelli, a capo del Gruppo Ospedaliero San Donato e del San Raffaele di Milano, potrebbe cambiare gli equilibri nel gruppo che pubblica Il Corriere della Sera. Infatti, ora scatterà la corsa ai diritti relativi alla forte partecipazione che Rotelli detiene in Rcs. La famiglia Rotelli, che finora ha speso circa 390 milioni di euro in Rcs, sarà ancora azionista con il 4,15%.
► DETTAGLI DELIBERA CDA RCS SU AUMENTO DI CAPITALE
La quota è vincolata da un accordo stipulato tra lo stesso Giuseppe Rotelli e il resto della sua famiglia, compresi i suoi tre figli. Ora che l’imprenditore di Pavia si è fatto da parte, su Rcs potrebbe avere inizio una nuova ondata speculativa. Già si parla della possibilità che i diritti inoptati da Rotelli vengano acquistati da Diego Della Valle, che ha già in mano l’8,695% del capitale societario.
Il patron della Tod’s, nonostante fosse contrario alla ricapitalizzazione, ha da sempre fatto intendere la sua volontà di crescere in Rcs. Se acquistasse buona parte dei diritti la quota potrebbe salire fino al 20%, portandolo così a un maggiore coivolgimento nelle decisioni strategiche future del gruppo. Intanto ieri a Piazza Affari le azioni RCS MediaGroup hanno chiuso con un ribasso del 13,65% a 2,062 euro, ma il giorno prima era avvenuto un balzo del 31,48%.