A pesare molto sull’andamento dei prezzi è stato il deciso rallentamento della Cina, che ha portato forte volatilità. A contribuire all’aumento della volatilità sono state anche le banche centrali, che negli ultimi tempi hanno ripreso la compravendita di metallo giallo. Rispetto al passato l’oro, però, non è più richiesto nei periodi di turbolenza dei mercati come bene rifugio, mentre migliora la sua performance quando si respira un clima di maggiore fiducia (risk on). Secondo Tobias Merath di Credit Suisse, “l’oro resterà un’opportunità finchè i tassi rimarranno bassi”.
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Un investimento in oro non genera tassi di interesse, per cui si tende a comprare meno oro quando i tassi sono alti e viceversa, soprattutto se c’è la possibilità di proteggersi dall’inflazione. Negli ultimi dieci anni, però, l’oro è sempre salito al di là del contesto macroeconomico, mentre negli ultimi tempi si è apprezzato molto quando la FED ha annunciato la volontà di mantenere politiche monetarie espansive di medio periodo. In generale, consulenti finanziari e money manager consigliano di investire in oro soltanto il 5% del proprio patrimonio.
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