Il rimbalzo degli ultimi tre giorni sembra però un movimento tecnico, dovuto alle prese di profitto degli investitori che avevano puntato con decisione sul ribasso dei prezzi nelle ultime settimane. Tuttavia, c’è da dire che il ritorno sopra 100 dollari è un segnale psicologico pericoloso, che in ogni caso tiene ancora i prezzi del greggio in tripla cifra.
► PREZZI PETROLIO ANCORA TROPPO ELEVATI SECONDO VAN DER HOEVEN (AIE)
Secondo la maggior parte degli analisti finanziari, nel breve periodo il petrolio resta ancora soggetto a nuove correzioni al ribasso e a maggio l’offerta ha superato la domanda di 3,9 milioni di barili al giorno. La produzione saudita si è stabilizzata poco sopra i 10 milioni di barili al giorno (mbg), ma l’output è aumentato anche negli Stati Uniti e in Canada mentre dal Kuwait e l’Iraq sono arrivati nuovi record dell’export.
► PRODUZIONE OPEC AI MASSIMI DAL 2008
Rispetto al Brent, il petrolio WTI – cioè il riferimento americano – sembra avere meno forza nel rimbalzo dai minimi di periodo. Tuttavia, dai bottom toccati tre giorni fa a 81,2 dollari, i prezzi sono saliti fin sopra 86,2 dollari al barile. Stamattina, invece, il petrolio WTI è in discesa sotto 85 dollari.