Secondo quanto riportato da Il Sole-24 Ore, Audrey Childe Freeman, head of currency strategy di JP Morgan Private Bank, tra le risk currency preferisce il peso messicano, il rublo russo e il renminbi cinese. La moneta messicana è supportata dal trend positivo dell’economia locale, strettamente collegata al mercato americano, e dal fatto che la banca centrale non interviene a mercati aperti per frenare eventuali eccessivi apprezzamenti del peso. Il rublo russo, invece, piace per la stabilità delle finanze russe e per scommettere sul trend di crescita del settore energy. La Russia ha un debito pubblico tra i più bassi al mondo (rapporto debito/pil intorno al 10%) ed è il terzo paese con le maggiori riserve di valuta estera.
Una scommessa a lungo termine può essere il renminbi cinese, nonostante sia arrivato il taglio delle stime di crescita per l’anno in corso al 7,5% dal 9,2%. Freeman ritiene che il renminbi può apprezzarsi mediamente del 3-5% all’anno. Interessante anche la lira turca, che da inizio anno si è apprezzata più dell’8% contro il biglietto verde. Il rischio di investire in queste valute è quello legato al ritorno della turbolenza sui mercati o ad un contesto di maggiore avversione per il rischio dopo il rally dei primi due mesi dell’anno.