Dopo il non evento rappresentato dalle comunicazioni provenute dalla Federal Reserve con le seguenti dichiarazioni del Governatore Yellen, ieri i mercati si sono mossi mantenendo le medesime logiche di debolezza generalizzata di dollaro americano e forza di Borse. Ciò ha permesso non solo di avere una tematica di fondo che legasse tutti i movimenti intra ed inter market, ma di sfruttare quadri grafici piuttosto tecnici.
Ieri abbiamo ricordato, riferendoci naturalmente a quanto accaduto mercoledì sera, come la combinazione di fattori che avrebbe potuto portare ad un rafforzamento del dollaro americano ed ad un calo di Borse ha di fatto trovato un ostacolo invalicabile nel momento in cui di fatto tutto è andato come da attese spiega Davide Marone di DailyFx. Un elemento in qualche modo destabilizzante per i mercati, per quanto tecnicamente giustificato dal balzo dell’inflazione registrato nella rilevazione di martedì scorso, poteva essere relativo ad un taglio del Quantitative Easing 3 di 15 miliardi invece che di 10.
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Quanto meno da un punto di vista simbolico. Altro spunto di riflessione in grado evidentemente di spostare le aspettative e di conseguenza i prezzi poteva essere relativo ad una possibile accelerazione sul fronte forward guidance, che avrebbe potuto contemplare dunque potenziali rialzi dei tassi di interesse anche prima dell’orizzonte temporale utile della seconda metà del 2015. Ma anche su ciò nessun cenno. Ancora, come affermavamo non più tardi di ieri in questa sede, dopo l’impostazione eurocentrica del mercato presente fino allo scorso 5 Giugno, e alle attese dollaro-centriche di mercoledì sera, e ciò si è dimostrato ieri in maniera palese, possiamo dunque tornare ad un’analisi pura e pulita dei quadri tecnici che sui cambi valutari originali evidenzierebbe e sta evidenziando situazioni in cui il greenback può ancora essere valuta di finanziamento, e sulle Borse metterebbero e stanno mettendo in luce ancora uno scenario di nuovi possibili ma sempre più deboli rialzi.