Le diverse politiche monetarie da parte delle numerose banche centrali in azione stanno portando a disallineamenti importanti tra valute relative a differenti aree geo-economiche. Partendo dalle più lontane coste oceaniche il dollaro neozelandese sta vivendo una contraddizione interna continuando a guadagnare forza pur essendosi pronunciata la propria banca centrale a favore di un deprezzamento della valuta, strada fino ad ora percorsa dall’ormai decorrelato dollaro australiano, che potrebbe peró stupire a rialzo nel momento in cui la banca centrale dovesse abbandonare del tutto la retorica a favore di un deprezzamento della divisa domestica. Avvicinandoci a realtà più consone alla nostra quotidianità, troviamo un euro ancora in forza sul dollaro pur essendo intervenuto Draghi con un taglio di tassi ed una manovra di aiuto e finanziamento alle banche (che dovrebbe estendersi, a loro parere, al credito alle imprese ed al consumo), euro che fino a quando si manterrà sopra quota 1.3550, non desterà problemi di deprezzamento, d’altronde ci troviamo di fronte all’unica valuta che non puó svalutare, cosa che avrete notato invece interessare le prime due valute citate.
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La sterlina sta vivendo un momento di gloria dato dalla combinazione di buono stato dell’economia e dal fatto che Carney abbia dichiarato di poter procedere con un rialzo di tassi prima che il mercato se lo aspetti. 1.7200 potrebbe rappresentare un livello di arrivo. Chiudiamo con il dollaro, indebolitosi ultimamente, di fronte a dinamiche che fino a quando non scenderemo sotto i 30 miliardi di stimoli monetari mensili d parte della Fed, potrebbe rappresentare una valuta di finanziamento a vantaggio degli acquisti di borsa, mentre lo yen, all’interno di una fase di svalutazione di medio periodo, si mantiene stabile contro dollaro tra 100.00 e 105.00, rimanendo correlato con l’andamento della borsa nipponica.