La posta in gioco, comunque, rimane altissima investendo questioni quali la solidità del nostro paese e la capacità italiana di rifinanziare il debito, valori che, a seguito degli eventi internazionali, erano stati messi fortemente in discussione.
Questi eventi, ai quali tutti abbiamo avuto modo d’assistere nel corso delle passate settimane, sono stati i successivi declassamenti di alcuni paesi PIGS (che nell’acronimo originale sta ad indicare Portogallo, Italia, Grecia e Spagna a cui, nel corso degli anni, si sono aggiunte Irlanda e Gran Bretagna trasformando la sigla in PIIGGS) a cui hanno fatto seguito le eccessive speculazioni e le vendite allo scoperto dei buoni decennali italiani.
Il rating dei bond greci, irlandesi e portoghesi, infatti, è stato abbassato da Standard and Poor’s, Moody’s e Fitch a livello junk (spazzatura) indicando che acquistarli è tutt’altro che sicuro e rientra nel campo della pura speculazione.
L’Italia, fortunatamente, non è stata risucchiata nel calderone anche se, purtroppo, vi è andata parecchio vicino.
Speculazioni e vendite allo scoperto, infatti, hanno fatto tremare i bancari e hanno svalutato enormemente il BTP nel confronto dell’equivalente tedesco, il Bund, facendo si che lo spread fra i due arrivasse addirittura a quota 350 punti percentuali.
La manovra finanziaria, comunque, e le numerose e continue rassicurazioni del governo e delle agenzie di rating, (sebbene il Bollettino BCE possa lasciar intendere il contrario) hanno contribuito ad un, seppur temporaneo, appianamento delle divergenze e il divario BTP/Bund non ha più superato, da inizio settimana, quota 290 punti base (alla chiusura di ieri si è assestato a 284)
Stesso discorso, purtroppo, non può farsi in merito allo scarto di rendimento tra BTP quinquennali e BOBL, ormai costantemente sopra quota 300 (ieri a 320 punti base).
Lo scopo dichiarato, con l’asta indetta per oggi, è quello di invertire la tendenza di rotta (iniziata con le massicce vendite di venerdì scorso) cercando di guadagnare almeno 5 miliardi sui livelli massimi della forchetta.