Tuttavia, secondo l’istituto di ricerca bolognese, il permanere delle incertezze in merito alla crisi del debito sovrano e la recessione europea impediranno un ulteriore calo dello spread sotto i 300 punti nel corso del successivo biennio.
A fronte di ciò, dunque, secondo Prometeia, il costo medio del debito nel corso del triennio 2012-2014 salirà di un punto percentuale circa, portando l’onere complessivo degli interessi a toccare i 100 miliardi di euro nel 2014, ovvero il 5,9% del Pil contro il 4,5% del 2010.
► PREVISIONI 2012 SECONDO MERRILL LYNCH
Secondo Prometeia, inoltre, circa un quinto dello sforzo fiscale verrà assorbito dal maggior onere da interessi, mentre circa un decimo sarà bruciato dalla recessione europea che si verificherà nel 2012 e dalla successiva fase di stagnazione nel 2013. Ne deriva quindi che l’avanzo primario, che si stima salirà al 4% nel 2012 e al 5,7% nel 2014, probabilmente non sarà in grado di garantire il raggiungimento dell’obiettivo di un disavanzo effettivo nullo fissato per il 2013.
Per quanto riguarda la crisi del debito sovrano, l’associazione bolognese ritiene che i progressi compiuti nell’ambito degli aiuti destinati a ristrutturare il debito greco abbiano allontanato la possibilità di spaccatura dell’euro, nonostante negli ambienti anglosassoni questa eventualità continua ancora ad essere seriamente presa in considerazione dagli operatori.