► QUOTAZIONE OBBLIGAZIONE ENI DALL’11 OTTOBRE 2011
Tra gli effetti positivi citati dagli analisti figura in primo piano la riduzione dell’indebitamento, che andrebbe praticamente a dimezzarsi in quanto andrebbero sottratti dal debito complessivo, pari a 25,5 miliardi di euro, i 12,2 miliardi di euro di provenienza di Snam Rete Gas. Di conseguenza il rapporto debt-equity passerebbe dallo 0,45-0,5 allo 0,15-0,1.
► BILANCIO ENI GENNAIO SETTEMBRE 2011
Tutto questo senza contare i ricavi che l’azienda si troverebbe ad incassare per via della cessione di una parte della sua quota. A riguardo si parla della possibilità che Eni ceda il 32,5% di Snam alla Cassa Depositi e Prestiti, mantenendo al contempo una quota pari al 20%, compatibilmente con quanto stabilito dal decreto.
Se tale ipotesi dovesse andare in porto, Eni si troverebbe tra le mani un ricavo straordinario pari a 3,8 miliardi di euro, circostanza che lascia ipotizzare la possibilità che il gruppo decida di distribuire un dividendo straordinario che senza dubbio farebbe felici i suoi azionisti. Le maggiori risorse finanziarie, inoltre, consentirebbero ad Eni di accelerare anche sul versante degli investimenti, che ricordiamo per il periodo 2011-2014 sono stati fissati a 53,3 miliardi di euro.
I maggiori soldi in cassa, a cui vanno poi aggiunti anche quelli derivanti dalle altre dismissioni già in programma (tra cui figura la rinuncia alla quota del 33% in Galp, per un controvalore pari a 3,2 miliardi di euro), potrebbero accelerare la crescita del gruppo e avvicinare l’obiettivo di due milioni di barili prodotti al giorno, attualmente previsto per il 2014.