L’aumento, più del dettaglio, è di circa 10 centesimi per la benzina, di 13,5 centesimi per il diesel, di 2,7 centesimi per il Gpl e di 4 millesimi al metro cubo per il metano auto.
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I prezzi raccomandati ai gestori per il rifornimento servito sono quindi saliti a livello medio nazionale a 1,715 euro/litro per la benzina, a 1,705 euro/litro per il diesel e 0,750 euro/litro per il Gpl. Questa, tuttavia, non è la prima vola nel corso dell’anno che si decide di rivedere al rialzo le accise sul carburante, basti pensare che da gennaio ad oggi l’incremento è stato di 14 centesimi al litro per la benzina e di 17 centesimi al litro per il diesel, mentre se si include anche l’Iva l’aumento sale a oltre 16 centesimi per la verde e a 20 centesimi per il diesel.
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La misura, come anticipato, avrà conseguenze negative sull’attività di tutte le società interessate dal rincaro, in particolare gli analisti di Intermonte prevedono un forte impatto negativo a carico di Atlantia e Sias in quanto si ritiene che il rincaro avrà pesanti conseguenze sul traffico autostradale.
Nonostante le previsioni pessimiste, gli analisti hanno preferito mantenere rating “neutral” su entrambi i titoli, che stamane a Piazza Affari non sembrano risentire del potenziale impatto negativo e viaggiano entrambi in territorio positivo. Atlantia, in particolare, segna un rialzo dell’1,01% a 12,04 euro mentre Sias registra un guadagno dello 0,59% a 5,94 euro.