Da un punto di vista tecnico, infatti, il breakout deciso di area 1.3550 potrebbe addirittura riportare le quotazioni in area 1.36 prima e 1.3630 poi per un consistente rimbalzo tecnico di brevissimo periodo. Ad ogni modo i venditori sono sempre dietro l’angolo, soprattutto in un contesto caratterizzato da un sentiment di mercato così negativo. L’eventuale perdita di momentum nella parte alta del trading range e/o un falso breakout della resistenza di 1.3550 consegnerebbe nuovamente lo scettro nelle mani dei venditori, che potrebbero spingere nuovamente al ribasso il cambio fino ai supporti di area 1.3430-20.
L’euro sta soffrendo molto la crisi del debito sovrano, senza contare le aspettative di un forte rallentamento economico per il prossimo anno. Tuttavia, dall’altra parte dell’oceano, gli Stati Uniti sembrano avere più o meno gli stessi problemi: domani, tra l’altro, scadrà il termine ultimo per trovare l’intesa sul piano di rientro del debito pubblico da 1200 miliardi di dollari in 10 anni. Al momento repubblicani e democratici non hanno raggiunto l’intesa, così le agenzie di rating Fitch e Moody’s sono già pronte ad allinearsi alla decisione di S&P, avvenuta lo scorso agosto, di abbassare il giudizio AAA sugli USA. Il dollaro americano potrebbe soffire e dare spazio per un po’ di tempo a un parziale recupero dell’euro.