Ad oggi, infatti, le prime cinque banche del paese valgono circa 40 miliardi di euro in meno, mentre solo quattro anni fa sia Intesa Sanpaolo che Unicredit avevano un valore molto vicino ai 100 miliardi di euro, mentre dopo le perdite registrate ieri i due istituti hanno un controvalore rispettivamente di 17,68 e di 14,34 miliardi di euro.
► CRISI EURO E CROLLO MERCATI AZIONARI
La situazione appare preoccupante soprattutto alla luce del fatto che il problema della ricapitalizzazione degli istituti di credito appare strettamente collegato alla soluzione della crisi del debito sovrano, e più in particolare del debito greco, nonché all’efficacia del fondo salva Stati Efsf.
Estendendo l’analisi all’intero comparto bancario europeo, un quadro chiaro dello stato di salute delle banche arriva da un articolo di CorrierEconomia, che ha stilato una classifica delle banche europee considerate più sicure, dopo aver consultato gli analisti di Morgan Stanley e Citi.
► OBBLIGAZIONI BANCARIE GARANTITE COME RISERVA DI LIQUIDITÀ
Tra gli istituti di credito più solidi gli analisti di Citi hanno individuato le britanniche Barclays, Hsbc e Standard Chartered, la francese Bnp Paribas e la norvegese DnB Nor, che presentano a loro avviso un margine di apprezzamento compreso tra il 38% e il 16%. Le banche promosse a pieni voti dagli analisti di JP Morgan sono sostanzialmente le stesse indicate dagli analisti di Citi, ovvero Hsbc, DnB Nor, Sberbank, KBC, Barclays e Bnp Paribas.
Entrambe le banche d’affari hanno invece confermato le prospettive negative per le banche italiane e spagnole, in particolare per le banche italiane si prospetta il rischio di una grave diluizione del capitale nel momento in cui verranno varati gli aumenti delle risorse proprie.