I due investimenti sono identici dal punto di vista del rischio emittente, in quanto sono entrambi garantiti dallo Stato, tuttavia secondo Sarni i buoni postali indicizzati all’inflazione sono decisamente più convenienti per i risparmiatori.
► BUONI FRUTTIFERI POSTALI VS BTP
Tra i vantaggi l’amministratore delegato cita l’assenza di spese dei buoni postali, sia di emissione che di custodia e di rinnovo, contrariamente a quanto accade invece per i titoli di Stato che impongono all’investitore l’apertura di un deposito titoli, che a sua volta comporta dei costi che variano in base all’ammontare dei depositi.
► RENDIMENTO BUONI FRUTTIFERI POSTALI 2011
Bisogna inoltre considerare che i buoni postali hanno una durata inferiore rispetto ai Btp e che in ogni caso non può superare i dieci anni, inoltre possono essere facilmente liquidati e può essere chiesto il rimborso anticipato senza alcun rischio di perdita, in quanto viene sempre restituito il capitale inizialmente investito e, nel caso in cui la richiesta di restituzione viene avanzata dopo 18 mesi, anche degli interessi fissi e dell’inflazione maturati fino a quel momento.
I buoni fruttiferi postali indicizzati all’inflazione possono essere sottoscritti esclusivamente in forma dematerializzata, per farlo è quindi necessario essere titolari di un libretto di risparmio postale o di un conto corrente BancoPosta.