Ad influire negativamente sull’andamento del titolo della compagnia telefonica italiana è soprattutto la decisione di Standard & Poor’s di abbassare da stabile a negativo l’outlook sulla società e di tagliare il rating di breve periodo portandolo a “a-3” dal precedente “a-2” per via della scarsa possibilità che la società riesca ad attuare una riduzione del debito nel corso dei prossimi anni.
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L’agenzia di rating ha invece confermato a “BBB” il giudizio sul debito di lungo periodo. Standard & Poor’s nel motivare la sua decisione ha spiegato che il contesto economico italiano risulta negativo per via del livello di domanda estera, delle misure di austerità varate dal governo e dei crescenti costi di finanziamento.
Quello che preoccupa di più, tuttavia, è la possibilità che a fronte del difficile contesto macroeconomico e dell’elevato livello di indebitamento, il gruppo attivo nel settore delle telecomunicazioni decida di attuare un taglio al dividendo che verrà distribuito nella prima parte del 2012 in relazione all’esercizio in corso.
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Standard & Poor’s ha posto l’accento soprattutto sui 1,3 miliardi di euro che il gruppo deve sborsare per il pagamento delle nuove frequenze. Il piano industriale 2011-2013 di Telecom Italia, ricordiamo, prevede per il 2011 un Ebitda a 11,4 miliardi, ossia stabile rispetto al 2010, e un indebitamento finanziario netto rettificato a 29,5 miliardi.