L’obiettivo di questa decisione è quello di limitare quanto più possibile le speculazioni, tuttavia secondo un’indagine condotta dalla Cass Business School dell’Università di Londra si tratta di una misura che può avere effetti dannosi e annullare completamente gli eventuali benefici derivanti dalla forte limitazione della speculazione.
Il professor Alessandro Beber, che si è occupato di questa ricerca, ha infatti sottolineato che la decisione di vietare le vendite allo scoperto ha delle pesanti conseguenze sulla liquidità, soprattutto per quanto riguarda le azioni con bassa capitalizzazione, elevata volatilità e prive di opzioni.
[COSA SIGNIFICA VENDERE ALLO SCOPERTO]
La forte riduzione della volatilità derivante dal divieto di vendite allo scoperto, ha osservato Beber, può rivelarsi dannosa alla luce del fatto che si manifesta in un momento in cui risulta piuttosto elevato il dato riguardante la differenza tra prezzo di vendita e prezzo di acquisto, circostanza causata soprattutto dalle conseguenze della crisi finanziaria. In un momento del genere, dunque, gli investitori sono privi di liquidità, per cui ne consegue che il divieto di vendite allo scoperto potrebbe rivelarsi più dannoso che benefico.
Beber, infine, ha sottolineato che tra i potenziali effetti benefici del divieto di vendita allo scoperto non va assolutamente inclusa la stabilizzazione dei prezzi. A dimostrarlo è la storia, dal momento che simili misure adottate in passato non sono risultate utili in tal senso, anzi, in alcuni casi hanno addirittura contribuito ad un progressivo declino.