Molti investitori infatti preferiscono adottare la tecnica dell’Earnings per share ovvero il guadagno sugli utili netti in base alle azioni in circolazione meglio conosciute come distribuzione dei dividendi.
Nel corso di queste ultime settimane in cui anche l’America ha subito una rivalutazione della propria affidabilità sui mercati finanziari è importante valutare attentamente ogni singolo particolare dei propri investimenti. C’è da dire che anche le società di rating protagoniste del declassamento non possono essere considerate affidabili al 100%, basti pensare al crack Lehman Brothers quando la settimana prima del fallimento S&P lo giudicava con AAA, ovvero affidabile al 100%.
Tornando agli EPS possiamo notare che l’andamento degli utili di un’azienda viaggia a stretto contatto con l’andamento del prodotto interno lordo di ogni singolo stato e quindi il PIL potrebbe offrire delle ottime indicazioni su come e cosa investire.
JP Morgan, in base ad uno studio interno, ha analizzato che l’andamento del PIL globale per il 2012 potrebbe portarsi al 6-7% in meno rispetto alla stima dell’Institutional Brokers’ Estimate System che vede una crescita degli utili per azione del 15%. Se il PIL globale dovesse crescere dell’1,7% l’EPS dovrebbe aumentare del 9%.
Ma quali sono i settori che risentono maggiormente la crisi e che potrebbero sostenere abbondantemente il PIL? Senza alcun dubbio tra i settori trainanti del PIL ritroviamo il settore delle automobili, dei beni capitali, dell’energia, ma anche dei materiali e delle materie prima, elettrodomestici e assicurazioni auto. Da non sottovalutare è che l’asse del PIL si è spostato di molto verso oriente in cui a giocare la partita sono presenti stati come Cina e India in grado di galoppare sia a livello finanziario che economico.