Per via del fuso orario il primo mercato ad essere influenzato da questa decisione è quello australiano che già durante la settimana scorsa ha dovuto registrare una perdita di ben 100 miliardi di dollari, 60 in più rispetto alla perdita italiana.
Brookes Bernie, amministratore delegato della Myer (la più grande catena di distribuzione australiana, ndr), ha affermato che il declassamento sul debito Usa potrebbe portare a maggiori oneri finanziari per le imprese australiane. Quello che è accaduto non è altro che un ulteriore mazzata psicologica nei confronti del consumatore finale che dovrà inevitabilmente rivedere le proprie decisioni di acquisto.
Le turbolenze dei mercati finanziari portano il consumatore a riflettere maggiormente sui propri acquisti aumentando sensibilmente il livello di risparmio che si ripercuoterà sull’intero fatturato di ogni impresa australiana, ma anche nel resto del mondo. Simon Cox, co-responsabile dei mercati a capitale azionario di UBS, ha voluto precisare e se vogliamo anche rassicurare, dicendo che la situazione che stiamo vivendo potrebbe essere vista come il fondo dal quale possiamo solo risollevarci.