Tra le aziende che hanno adottato questa politica, nel corso dell’ultimo periodo spiccano soprattutto quelle attive nel settore della moda, tra cui figurano Prada e Samsonite, che hanno scelto la Borsa di Hong Kong per puntare su un mercato in forte crescita, e Ferragamo e Moncler, che hanno invece scelto la Borsa di Milano, soprattutto per puntare sulla forza del made in Italy.
La quotazione in Borsa è infatti diventata un fattore strategico sul fronte della competitività, nonchè uno strumento per reperire nuove risorse necessarie a cogliere nuove opportunità di investimento. Basti pensare che Prada, dopo aver rinviato diverse volte l’Ipo, il cui dossier era stato aperto proprio con l’obiettivo di restituire il debito accumulato, pochi giorni fa nel rendere noti i dettagli della quotazione in Borsa Prada ha fatto sapere che il 75% dei ricavi servirà per espandere il business nei prossimi 12-18 mesi, mentre solo il restante 15% verrà utilizzato per il pagamento dei debiti. La decisione di procedere alla quotazione in Borsa, dunque, non è più dettata dalla necessità di restituire i debiti ma dalla voglia di accelerare lo sviluppo internazionale del gruppo.
Stessa cosa vale anche per le altre aziende attive nel settore della moda e che hanno annunciato lo sbarco in Borsa entro la fine dell’anno. L’obiettivo di crescita ingloba anche una maggiore visibilità e un indiscusso rafforzamento del brand delle aziende quotate in Borsa, nonchè la possibilità di attirare a sé manager qualificati con maggiore facilità e quella di rispondere meglio alle esigenze di espansione proprie delle aziende del settore moda.
Dal punto di vista del valore dell’Ipo, per Prada si parla di 11 miliardi circa, per Ferragamo di 2,25 miliardi e per Moncler di 1,28 miliardi.