Le performance positiva registrata ieri ha seguito la notizia dell’Opa di Lactalis sulla totalità delle azioni Parmalat, un annuncio che ha immediatamente riacceso l’appeal speculativo sul titolo, che però è durato molto meno del previsto.
L’andamento pressoché piatto registrato stamane dalla quotazione, infatti, rispecchia la convinzione del mercato che la tanto attesa contro offerta da parte della cordata italiana non arriverà mai, per cui l’azienda di Collecchio con ogni probabilità passerà nelle mani dei francesi.
Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, la banca che guida la cordata italiana, non ha voluto parlare della possibilità o meno che si proceda ad una contro offerta, ricordando che Parmalat è un’azienda quotata in Borsa e che quindi bisogna essere cauti nel rilasciare dichiarazioni non definitive e che possono modificare ingiustificatamente l’andamento della quotazione.
Gli analisti, tuttavia, sono concordi nel ritenere che una contro offerta è del tutto improbabile. Il motivo sarebbe riconducibile al costo eccessivamente elevato che questa avrebbe. Già un’Opa parziale sul 60% di Parmalat sarebbe stata onerosa in quanto sarebbe costata alla cordata 3,5 miliardi, mentre ora una contro offerta dovrebbe essere lanciata ad un prezzo di 2,8 euro per azione, per un esborso totale pari a 4,6 miliardi. L’offerta lanciata ieri da Lactalis, ricordiamo, prevede un corrispettivo pari 2,60 euro per azione.